FESTE FIERE E SAGRE

Eventi ricorrenti nel Comune di Trasacco 

Testi a cura di Tito Lucarelli

16 gennaio, vigilia della festività di Sant’Antonio Abate, tradizionale appuntamento con la sceneggiata “Mascaritte” e le cottore.

In tale giorno vengono accesi fuochi per tutto il paese per la cottura dei “cicirocchi” (granturco bollito) e la cottura della panette, per essere distribuite gratuitamente a tutti i partecipanti alla festa, insieme ad altre cibarie.

Nel pomeriggio si tiene il corteo lungo le strade del paese per rappresentare la tradizionale sceneggiata “Mascaritte” (Sant’Antonio Abate che lotta col diavolo, aiutato anche da Angeli e da San Michele Arcangelo).

A sera si tiene la corsa podistica denominata “cottore sotto le stelle” che tocca tutte le cottore (o punti fuoco) del paese.

Fino a tarda notte presso ogni cottora vengono distribuiti gratis dolci, cibi e tutto ciò che presso ognuna di esse si è riusciti a preparare. Molto alta è la partecipazione spontanea delle persone alla preparazione della festa.

Pasqua di resurrezione.

La tradizione vuole che in occasione di tale ricorrenza in ogni casa vengano confezionati dolci tipici trasaccani consistenti nella “pizza di Pasqua” (che ha la forma di una pagnotta di pane) e nel così detto “chiortalo” (pizza rotonda con un buco in mezzo). Vengono confezionati tutti con la stessa pasta, con la quale le mamme confezionano anche, per i loro figli, un gallo (talletéjje, in dialetto) con nella pancia un uovo, per i maschietti, o una bambola (pupélla, in dialetto) o una treccia di pasta, se femminuccia.

Nel passato tali dolci non potevano essere mai consumanti prima di Pasqua e se non erano stati prima benedetti durante le messe mattutine di tale giorno e dopo avere detto una Ave Maria e un Pater Noster.

Alla ricorrenza pasquale erano anche legate molte altre tradizioni. Ad esempio quella di confezionare con un foglio di carta una figura femminile con sette gambe, da appendere in cucina. A tale figura veniva dato il nome di Quaresima. Ogni domenica, ad iniziare da quella successiva al carnevale (a proposito “carnevale” per i trasaccani era il marito della Quaresima), veniva tagliava una gamba a cominciare da quelle laterali. La mattina di Pasqua la figura della donna, rimasta con una gamba sola, quella centrale, veniva bagnata nel vino e poi bruciata nel fuoco.

Altro rito era quello della Domenica delle Palme, giorno nel quale si stringevano rapporti di comparanza con altre persone, utilizzando una foglia di palma stretta tra le dita di entrambe le due persone che volevano stabilire la suddetta comparanza e dopo avere recitato un’apposita cantilena per tre volte.

Altro rito era quello di mettere la foglia verde di palma sulla teglia calda del camino o sul piano rovente di una stufa accesa ed in base alla velocità di bruciatura o ai contorcimenti che essa faceva prima di bruciare si prevedeva il proprio futuro, se fosse bello o brutto, o se al più presto si dovesse convolare a nozze.

Lunedì in Albis si tiene la tradizionale fiera mercato detta “di Pasquetta”.

Tale fiera si è distinta negli ultimi anni per la partecipazione di numerosi commercianti di fiori e piante. Sicuramente tale mutamento è in linea con ciò che la fiera rappresentava nel passato, quando costituiva un appuntamento per l’approvvigionamento di sementi che il contadino acquistava per seminare i propri campi. Naturalmente molto nutrita è anche l’aspetto fieristico generale dell’appuntamento.

La fiera del lunedì in Albis fu istituita, insieme a quella del Lunedì delle Pentecoste, oggi non più praticata, il 14 maggio del 1772 da Ferdinando IV di Napoli. È probabile, però, che essa già si tenesse e che il decreto istitutivo l’avesse solo ufficializzata.

Domenica successiva alla Pasqua (Domenica in Albis) pellegrinaggio presso il santuario della Madonna di Candelecchia.

Posto a 5 chilometri da Trasacco, tale santuario viene raggiunto a piedi, ma anche con altri mezzi di locomozione. Alle ore 11.00 vi si celebra la Messa solenne. Durante il pranzo si consumano pietanze tradizionali come la “frittata con la nepitella” (erba odorosa che nasce spontanea sui campi di Trasacco), uova sode, salami novelli e gli ultimi tocchi della “pizza di Pasqua”, dolce tradizionale trasaccano che si confeziona nelle feste pasquali.

Altra tipica tradizione è la “mazza di Candellecchia”, bastoncino lungo circa un metro e mezzo, prelevato dalla vegetazione circostante (senza danneggiare le piante), la cui corteccia viene lavorata e ricamata con incisioni fatte con la punta del coltello sì da ricavare vari disegni fantasiosi, molto belli da vedere. Tale mazza poi viene conservata in casa come fosse un trofeo, ma anche come testimonianza, poiché su di essa viene anche incisa la data del pellegrinaggio.

A sera si torna tutti a casa.

Si registrano numerose presenze provenienti da molti paesi della Marsica, ma anche da Roma ed altri centri.

Prima settimana di Maggio, si svolge l’annuale “ritiro di Sant’Angelo”.

Presso il santuario della Madonna di Candelecchia ogni anno viene svolto il ritiro di Sant’Angelo, riservato solo agli uomini (la regola vuole che per potervi partecipare da ragazzo è necessario avere ricevuto la prima comunione). Oggi si tiene dal giovedì alla domenica della prima settimana piena di Maggio; mentre un tempo si svolgeva dal 5 all’8 maggio.

È un ritiro spirituale le cui giornate vengono passate soprattutto a pregare con la presenza di un sacerdote, che ha la funzione di padre spirituale. I partecipanti dormono presso il santuario, dopo avere recitato ogni sera il così detto “svegliarini”, ossia le preghiere serali.

Il regolamento nel passato era molto rigido e prevedeva persino punizioni, non corporali, ma morali per chi trasgrediva.

Ogni mattino presto si tiene il rito della Via Crucis. Il sabato sera si tiene la processione del Cristo morto e della Madonna lungo le strade del santuario (molto suggestiva poiché, non essendoci luce artificiale, il corteo è illuminato dalle sole candele che i partecipanti portano per mano).

La domenica pomeriggio il ritiro termina con l’importante e molto sentito appuntamento detto “abbraccio del perdono”. Il sacerdote, dopo una breve omelia tenuta all’aperto in mezzo al bosco, invita gli astanti ad abbracciarsi tra di loro e con tale gesto a perdonarsi a vicenda per eventuali screzi o dissidi che ci sono stati nel passato. Tale cerimonia è nota anche come “bacio del perdono”.

Dopo il rito dell’abbraccio, i confratelli (così vengono chiamati i partecipanti al ritiro) riprendono la via del ritorno a casa, ma lungo la strada si fermano presso il “fossato di Rosa” dove, prima di rientrare in paese, si scambiano un piacevole sorso di vino fresco ingurgitato dalla “coppella”.

L’ultimo appuntamento è presso la località detta “Preta ritta”, all’ingresso di Trasacco. Qui una grande folla di trasaccani (soprattutto donne che aspettano i loro mariti e figli) e il sacerdote della Basilica di San Cesidio accolgono con calore i partecipanti al ritiro. Quindi, tutti insieme, in processione, si torna in chiesa, dove si celebra la Messa conclusiva del pellegrinaggio.

Al ritiro non possono partecipare in modo assoluto le donne.

Esso si svolge presso il santuario della Madonna di Candelecchia dalla fine del 1800. Prima di allora i Trasaccani lo praticavano presso il santuario di Sant’Angelo di Balsorano, dove si recavano a piedi percorrendo diversi chilometri di montagna.

Mese di giugno pellegrinaggio a piedi presso il santuario della SS. Trinità, in località Vallepietra

Viene praticato da molte persone (tra anziani e giovanissimi, più di duecento), che il venerdì antecedente alla ricorrenza, alle prime ore dell’alba, partono percorrendo moltissimi chilometri a piedi per raggiungere il suddetto santuario. Molti altri lo raggiungono in autobus (almeno 7 o 8) e moltissimi altri ancora con vetture private.

La domenica pomeriggio, dalla località detta “La Cona”, all’ingresso di Trasacco, presso il campo sportivo, proprio dove esiste una piccola edicola votiva dedicata alla stessa divinità, quasi tutta la popolazione trasaccana attende trepidante il ritorno dei pellegrini. Da qui, insieme a questi ultimi, con i loro colorati cappelli adornati di spille pendenti e icone rappresentanti la SS. Trinità, si tiene una nutritissima processione, che termina presso la Basilica di San Cesidio, dove si celebra la messa conclusiva del pellegrinaggio.

Tale processione, veramente molto suggestiva, insieme a quella che si tiene il 31 di agosto, in occasione della festività del Santo Patrono, ed a quella che si tiene nel giorno del Venerdì santo, è sicuramente la più frequentata e sentita dai Trasaccani.

TrasaccAgosto

È un tradizionale appuntamento che va dalla fine del mese di Luglio fino al 28 agosto. Durante tale periodo si tengono numerose manifestazioni giornaliere di tipo culturali, tradizionali, sportive, musicali, teatrali, divagazioni e divertimenti vari organizzati dal comune di Trasacco ed anche da varie associazioni presenti in paese. Tale manifestazione si tiene dal 1987.

Dal 29 agosto al 1 settembre festa patronale dei SS. Cesidio e Rufino e della Madonna della Candelecchia.

In questi giorni il “sacro Braccio” del Santo viene offerto al bacio dei fedeli e poi passato per la gola di ognuno, essendo San Cesidio protettore contro il mal di gola.

Molto emozionante è l’arrivo dei pellegrini provenienti da San Donato Val di Comino. Costoro, in numero molto numeroso, organizzati in gruppo, composto da giovanissimi fino a molto anziani, uomini e donne, pervengono ogni anno a piedi a Trasacco, dopo avere percorso diversi chilometri di montagna. Vengono accolti con molto calore dai Trasaccani, i quali li aspettano all’ingresso del paese da dove poi, in processione, tutti insieme, ci si reca presso la Basilica di San Cesidio per celebrare la santa Messa per dare loro il benvenuto.

I San Donatesi sono molto devoti a tale santo, tant’è che nella loro chiesa hanno anche una statua che lo rappresenta.

Molto noto è il “laccio di San Cesidio”, laccio benedetto con il tocco del Braccio del Santo, che viene portato al collo per proteggersi dal mal di gola. Dal 1600 fino alla fine del 1800 è stato molto richiesto da ogni parte d’Italia, da diversi Cardinali, Vescovi e sacerdoti per distribuirli nelle loro chiese o diocesi. Molti erano anche i pellegrini che venivano per venerare il Santo e per procurarselo. Negli ultimi anni tale tradizione ha ripreso vigore ed anche oggi il laccio è molto ricercato.

Molti pellegrini vengono da diverse località dell’Abruzzo, ma anche dalle regioni vicine, come il Lazio o la Campania.

Il 31 di Agosto si tiene una lunghissima processione, tra le più partecipate della Marsica, un’importante fiera di bestiame e un fornito mercato.

10 novembre. Vigilia della ricorrenza di San Martino

In tale ricorrenza la tradizione vuole che a Trasacco vengano confezionate le tradizionali “cococce” (in italiano zucca), svuotate del loro contenuto, al cui interno viene posta una candela accesa per fare sì che la luce che fuoriesce dai fori praticati nella sua corteccia faccia apparire l’immagine di un viso umano. Molti ragazzi, già diversi giorni prima di tale data, di sera girano le case del paese con le “cococce” come sopra confezionate, per chiedere offerte in denaro.

Altro rito, anch’esso suggestivo al pari del primo se non di più, è la tradizionale cena del 10 sera, vigilia della ricorrenza liturgica di San Martino, nella quale viene confezionata la così detta “pizza di San Martino”. Tra i vari ingredienti vi è farina di grano con bicarbonato o lievito d’angelo; in passato veniva usata molto anche la farina di gran turco che dà alla pizza un colore giallo con sfumature rosee. È conosciuta anche come pizza col bicarbonato (in dialetto “pizza ‘che lla carbenata”). Era usanza di inserire monete metalliche dentro la sua pasta prima di cuocerla. All’atto del mangiare, poi, colui che le trovava all’interno del proprio pezzo di pizza se ne appropriava. Naturalmente la madre, che sapeva benissimo dove esse erano state inserite, faceva sì che il pezzo che le contenesse capitasse ai figli piccoli.

Oggi tale tradizione viene praticata ancora, ma con minore frequenza.

Insieme alla pizza c’è la tradizione di cuocere salsicce, ventresche e spezzatino di carne di maiale in padella con cui confezionare la così detta “panonta”, in questo caso costituita da tocchi della suddetta carne posti sulla pizza di San Martino, divisa orizzontalmente a metà, su cui viene versato l’olio di cottura della stessa carne.

Naturalmente, anche a Trasacco, come ovunque, si spilla il vino novello.

8 dicembre – Fiera dell’Immacolata

Si tiene la fiera mercato annuale dell’Immacolata Concezione.

Natale

È tradizione a Trasacco che in occasione di tale festività si confezionino dolci tipici denominati in dialetto “caggenìtte” (caggionetti), specie di calzoni con all’interno un impasto dolce fatto con pasta di ceci e cioccolato, oppure con pasta di castagne e cioccolato oppure con ricotta mista a cacao, e i così detti “fritti”, che hanno la forma di piccole ciambelle cotte all’olio.

Altro dolce è il così detto “merzìtte” (termine dialettale che non ha corrispondente in italiano). Ha forma romboidale, come un mostacciolo, (ma non lo è) e viene confezionato con il miele o con il mosto cotto. Altri dolci tipici sono i biscotti, gli amaretti, le ciambelle, le ferratele, le mandorle tostate, le “pastarelle”.

Tutti i venerdì presso Piazza Umberto 1° si tiene il mercato settimanale

Storie e Cultura
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