Già da pochi esempi riportati si capisce che i miracoli e le grazie più frequentemente ottenuti attraverso la benedizione col Santo Braccio riguardano la guarigione dal male di gola, ma non erano esclusi effetti prodigiosi contro gli altri malanni e verso le diverse necessita dei devoti.
Il De Gasperis nel riferirli e descriverli, cosi li distribuisce: mal di gola, natta, febbre, ghiandole, cadute, difficile parto, dolori di vario genere, scrofole, podagra, coltellate, archibugiate, scaramanzia, fistole, calcoli, palpitazioni. Riportiamo un esempio per ogni tipo di guarigione.
SCARANZIA (cfr. Tomo I, pag. 99)
…”Domenicantonio Cardarelli della Terra di Trasacco anni sono fu impetuosamente preso da un certo male chiamato volgarmente Scaranzia, con segno certo di molte, che gli gonfio non solo la gola, ma la lingua, ancora, non potendo proferir parola veruna, che non poteva riposare in niun modo, fu insomma spedito ovvero abbandonato da Medici e Chirurghi. Solamente il vero Chirurgo n’era restato San Cesidio a cui appena portatosi a baciar la Santa Reliquia del Braccio e toccatoli un Fazzoletto, da li in poi supero detto male e resto affatto libero senza patirne piu”.
FEBBRE E CALCOLI (cfr. tomo I, pag. 67)
….”Io Don Macario Di Pirro sacerdote di Pescasseroli diocesi dei Marsi essendomi portato a rendere le dovute grazie al glorioso Martire S. Cesidio della Terra di Trasacco per un malore accadutomi 1’anno scorso 1754 e propriamente nel mese di Dicembre per essere stato da quattro mesi incirca con febbre e dolori arenatici quasi di continuo che non potevo riposare in veruna parte, sapendo bene le grazie che dal gloriosio S. Cesidio Martire dispensa 1’Altissimo per intercessione, feci ricorso di venirlo a trovare e di celebrargli la S. Messa con unger la parte destra vicino gli reni ove per il suddetto malore sopraggiuntomi una postema interna coll’olio della Lampada del glorioso Santo. Dopo quattro giorni feci gia fuora detto umore e restai da detta postema libero. Da quello in poi sono stato sempre bene e sto bene che in verita ho scritta e sottoscritta la presente fede di proprio pugno In Trasacco, oggi li 24 maggio 1755 Io Don Macario Di Pirro depongo come sopra”.
MALE DI OCCHI (cfr. tomo I, pag. 98)
…”L’anno 1742 Lucia di Fontecchio patendo flussioni d’occhi, venuta al glorioso S. Cesidio a toccateli la Santa Reliquia e baciatele, da li in poi non ave patita si malamente. Conforme 1’anno seguente 1743 venne in Trasacco a render grazie al Glorioso Santo della intercessione fattale di non fargliene patir piu tal grave male, testificando tutto cio in presenza mia Notaio suddetto e in presenza del medico Picionini”.
PALPITAZIONI DI CUORE (cfr. tomo I, pag. 100)
….”L’anno 1745 in Trasacco li 5 di Giugno io Mastro Francesco Carosa di Fontecchio, ammogliato e abitante ora in Ovindoli diocesi dei Marsi, organaro, ad onore, lode e gloria di Dio, della SS.ma Vergine Maria e di San Cesidio mio Avvocato, depongo che l’anno 1739, nel mese di maggio, nel qual tempo dopo aver sofferta lunga e penosa infermità per lo spazio di tre continui mesi di febbre e palpitazioni di cuore e con somma difficoltà di inghiottire a segno che nel mangiare anche brodose minestre, appena mezzo Cocchiaro per volta ne potea faticosamente a basso mandare che n’era necessitato tralasciare il detto mangiare e per tal causa giornalmente mi sentiva ogni volta piu venir meno, indebolendomi, e dopo aver fatto piu e piu ricorsi a diversi luoghi e Buoni Professori i quali mi prescrivevano diversita di robbe, che non mi servivano a niente, ma bensi scorgea che andava in peggio. Una mattina, alla fine di detti mesi e precisamente di maggio, avendo masticato il Rabarbaro e camminando su per una Collina detta Monte Calvario per ordine dei Medici, mi voltai casualmente verso il Laco di Fucino e presentandomisi innanzi agli occhi la suddetta Terra di Trasacco e ricordandomi 1’Infiniti Miracoli e Grazie che il Signore Iddio ai Fedeli dispensa per intercessione del Glorioso San Cesidio, dissi le seguenti parole: “Caro mio Santo Cesidio, se mi farete la grazia di farmi ricuperare la mia salute perduta, io vi prometto, poiché la sua Chiesa non ha bisogno di suppellettili, in Voto venire in detto Sacro Tempio ad infinitamente ringraziarvi e raccordarvi quel Buon Organo che ivi si conserva, e dopo avergli recitato un Pater ed Ave, mi tornai in caso. Sommo Iddio nei Santi suoi! Da quel tempo non sentii piu febbre ne palpitazioni e mangiai da li a poco senza verun impedimento e con gusto grande, onde in pochissimi giorni restai in tutta la mia perfetta salute. Onde a comprova di tutto cio oggi li 5 giugno, giorno della Vigilia della Santa Pasqua della Pentecoste anno 1745 terminai l’accordo di detto organo in supplemento del Voto”.
FERITE DA ARCHIBUGIATE (cfr. tomo I, pag. 103)
…”Oggi li 30 agosto 1748, giorno di venerdi, alle ore 23 in circa. In presenza del Signor Canonico Don Giuseppe Marinetti e del Signor Donato Floridi della Terra di Collelongo a tal fine chiamati come testimoni abili e idonei. Nella vigilia del Glorioso San Cesidio Martire depone Domenica di Renzo Spinosa della Terra di Cocullo, diocesi di Sulmona, la quale per aver ricevuta una Archibugiata 1’anno 1730 in circa da un rivale, fu colpita nel braccio destro ove tre palle da una banda all’altra passarono detto braccio, a segno tale che il Chirurgo le levo ventidue schegge, ed una d’esse tocco 1’altro sinistro braccio a cui non le nuoce, a riserba delle tre palle che rovinarono detto braccio destro, stando con il braccio offeso, impedita per tutto 1’anno venturo fin alle Solennità delle Pentecoste, nelle quali Solennità venne a visitare questa nostra Insigne Collegiata, celebrandosi nel lunedì di detta Pentecoste la Memoria di detto Glorioso San Cesidio, ove toccata dal Sacro Braccio comincio a sentirsi per strada la grazia che dovea ricevere e ricevuta la Santa Reliquia comincio a muovere detto braccio offeso a segno tale che lavora e fa ogni arte e lavoro di donna senza punto darle impedimento”.
DOLORI ALLE GAMBE (cfr. tomo I, pag. 108)
….”Sei donne con gran devozione si sono portate in questo Sacro Tempio di S. Cesidio, benché altre volte venutoci, essendo Elle di Castel del Monte diocesi di Sulmona, provincia aquilana.
Nella predetta Chiesa fecero le di loro devozioni e dopo averle dato io infrascritto Abate Notaio Apostolico a baciar il Santo Braccio e domandatole se avessero ricevute grazie dal Signore per intercessione del Glorioso San Cesidio, oggi il 9 luglio 1749 sulle ore 10 in circa avanti detto Altare ove riposa il Glorioso Braccio, presenti molte donne parrocchiane, testimone il Rev.do Canonico Don Pierantonio Petrei e Cesidio Luciani letterati, Agnese, moglie di Nicola D’Angelo depone che nell’anno 1748, nell’estate, le cadde e piglio nella coscia e gamba sinistra una doglia, tenendola impedita per nove mesi in circa senza potersi muovere se non per la casa, impedendole andar ad udire la Santa Messa anche nei giorni festivi di Precetto.
E dopo aver fatteli molti medicamenti, nulla le giovavano, ma bensì sempre li doleva. Una sera ricorse al Glorioso San Cesidio dicendogli: “San Cesidio mio, se mi vuoi far morire, fatemi morire; se volete farmi la grazia, fatemela che voglio venirvi a visitare”. Dette queste parole, standosene in casa, un vecchio le disse: “Sta allegramente, non dubiti che San Cesidio vi fa la grazia”. La mattina si alzo con la grazia ricevuta che resto affatto libera da ogni male potendo andar ad adempiere nelle Solennità di Pasqua il Precetto Ecclesiastico senza patire più dolore e male”.
MALE ALLE NARICI (cfr. tomo I, pag. 215)
….”Pasquale di Luca della Terra di Pretanica diocesi di Sulmona, di età di 40 anni, che aveva in tutte e due le narici un Polpo natogli sugli anni quindeci in circa, dopo aver fatti e applicati più e vari naturali medicamenti (secondo i Fisici), nulla gli profittavano. Dettogli da alcuni che se voleva veramente guarire e liberarsi da tal male ricorresse al Glorioso San Cesidio in Trasacco, poiché gli dava tal male difficoltà grande nel respiro, obbedì con portarsi qui in questo Glorioso Santo l’anno 1761, dove baciata la Santa Reliquia del Glorioso Braccio e segnatolo con la medesima, senza più avergli applicato verun naturale medicamento, e restato libero. Onde in fede oggi e venuto a rendere le dovute grazie con far al Glorioso Santo celebrare una Messa Solenne, e con altre lette, e fattosi le sante devozioni di Confessione e Comunione, riparti felicemente nella sua propria Patria…”
(Testi tratti dal libro “Il Braccio di San Cesidio”)
(Testi a cura di Don Evaristo Evangelini)
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