Il centro storico

Come abbiamo già detto sul sito del centro storico di Trasacco, e precisamente dall’area della Torre fino al declivio verso la piana fucense, si svolgeva l’abitato italico-romano del vicus Supinum di cui abbiamo ora ritrovamenti relativi (cisterna ed altre murature) in Via della Torre.
Sul settore della chiesa ed oltre verso la Piazza Giacomo Matteotti sono invece da ubicare le necropoli più vicine all’abitato antico.
Del villaggio romano abbiamo testimonianze dal III secolo a.C. fino al tardo-antico dalle fonti epigrafiche e dai corredi tombali, poi se ne perdono le tracce fino all’anno 999 d.C. in cui si ha notizia sul luogo di una “Villa Transaquas”(“abitato rustico” in età altomedievale) appartenente ai Conti dei Marsi e dominata dalla torre-cintata della “Chiusa piccola” di Monte Alto (Chron.Farf., II, 26-27).
Solo a partire dall’XI secolo abbiamo testimonianze dirette sulla consistenza dell’abitato posto intorno alla nascente chiesa di “Sancti Cesidii … quae sita est in Castro quo dicitur Transaquae”: si tratta della donazione dell’8 giugno del 1096 del Conte dei Marsi Berardo e di sua madre Gemma alla chiesa feudale di S. Cesidio in cui vengono citate sul luogo, strade, piazze, case, orti, terreni, un Palatium (residenza dello stesso conte) e la casa del maestro d’armi Guffone Saraceno, situate “presso la porta dello stesso castello”, porta dalla quale si ascendeva alle due “rocche” di “La Madonna Pellegrina” e “Chiusa piccola” (Phoebonius, II, Catal.Episc., 11-12).

In una successiva donazione a S. Cesidio da parte del Conte dei Marsi Crescenzo del 25 febbraio del 1120 si fa riferimento ad una nuova realtà urbanistica caratterizzata non solo dalle costruzioni precedenti ma anche da una torre sull’area della Villa: “la nostra abitazione e quella del signor Pandolfo Saraceno, soldato e Collaterale nostro che si trovano presso la Porta della Torre” (Phoebonius, II, Catal.Episc., 16-17).
La seconda donazione fa presupporre l’esistenza in loco, per il XII secolo, di una torre avanzata del castello-recinto di Castelluccio, situata ai margini orientali dell’abitato basso e nelle cui vicinanze era il Palatium del Conte e la casa del suo rappresentante feudale di origine saracena. Nello stesso periodo la chiesa, di dimensioni più piccole delle attuali, dominava il margine ovest della Villa affiancata da un grosso edificio (in opera incerta medievale simile a quella della Torre) di cui sono state trovate le tracce recentemente e che è forse riferibile ad una struttura fortificata dell’ XI-XII secolo (torre o palazzo ?) dato lo spessore delle murature (metri 1,10).

Quindi solo in età normanna si ha la prima testimonianza diretta della Torre dei Feboni, torre a pianta quadrata che insieme al castello-recinto di Castelluccio e torre-cintata superiore di Monte Alto costituiva una notevole linea difensiva della Contea dei Marsi sul Fucino ed al termine della Vallelonga: di questo castellum di Trasacco della Contea di Albe ed inserito nel Principato di Capua, si ha notizia nel Catalogus Baronum normanno del 1150-1167 (Jamison, 217). Dallo studio della tessitura muraria, confrontata con altri esempi nella Marsica ed in Abruzzo, gli studiosi di architettura medievale fortificata (Gavini, Perogalli, Chiarizia ecc.) hanno infatti datato: al XII secolo la parte più bassa della torre, caratterizzata da opera incerta grossolana con ingresso sopraelevato sul lato nord e feritoie semplici architravate (“arciere”); al XIII secolo la parte mediana caratterizzata da una cortina a blocchetti squadrati, le aperture bifore, i merli rettangolari impostati a filo, senza apparato a sporgere, e garitta (latrina?) a sbalzo sul lato sud; al XV secolo la sopraelevazione cilindrica con apparato a sporgere dotato di beccatelli a mensoloni ed archetti archiacuti del tipo presente nelle architetture difensive rinascimentali delle rocche degli Orsini, Colonna e Piccolomini della Marsica.
Con l’età angioina l’abitato della Villa mostra segni di evoluzione urbanistica con la creazione di un castello-recinto con un recinzione muraria dotata di torri-rompitratta ad “U”, racchiudente un’area triangolare (delimitata dalle attuali strade di Castel Missino, 25 Luglio ed A. Bafile) e dominato dall’alta Torre dei Feboni con funzione di mastio.
Sulla recinzione difensiva si aprivano probabilmente due porte: la prima su via 25 Luglio all’incrocio con Via della Torre ; la seconda nella parte terminale superiore di Via di Porta Castello, mentre nell’interno era presente una piazzetta su uno slargo di Via della Torre.
Con la successiva età rinascimentale, entro la seconda metà del quattrocento (dopo il saccheggio del 1441), l’abitato si espande sul declivio a nord della chiesa con la creazione di un nuovo recinto murario a base scarpata ed apparato a sporgere, dotato di torri rompitratta circolari, mentre la Torre sommitale viene innalzata in forma cilindrica con apparato a sporgere.

La nuova recinzione ingloba ora un’area abbastanza vasta includente la chiesa, la vecchia recinzione precedente e la Torre dei Feboni sul margine est, mastio emergente sull’abitato e posto ai margini ovest sulle ripide balze rocciose della grande dolina carsica di Trasacco (“Fossa Lapidaria”), dolina che riempiendosi delle acque fucensi formava un piccolo laghetto interno.
Le mura, evidenziate da recenti scavi fatti in occasione dei tracciati del Metanodotto, sono in opera incerta composta da grossi e medi blocchi in calcare locale parzialmente rifiniti: presentano un’ampia base scarpata verso l’esterno, terrapieno alle spalle e spessori che vanno dai metri 1,25 alla base ai 0,70 in elevato; in passato queste mura erano state interpretate come relative ad un irreale “Palazzo Imperiale” di età romana.
I limiti di questo nuovo recinto difensivo, rimasto in piedi fino alla prima metà dell’ottocento e dotato di un fossato esterno su Via Muzio Febonio, sono attualmente segnati dalle vie M. Febonio e Castel Missino sul versante sud, C. De Blasis sul versante ovest e via A. Bafile sul versante lacustre. Le porte, in numero di tre, si aprivano: sul settore sud, all’incrocio fra Via M. Febonio e l’ingresso a Piazza Umberto I°; sul settore ovest, al termine di Via dei Portici verso il Largo della Caserma; sul settore fucense, nella parte terminale superiore di Via Porta Castello.

Il periodo rinascimentale segna una notevole attività edilizia nell’interno del nuovo recinto murario con: l’ampliamento della chiesa con ben quattro navate interne, un nuovo portale (“Portale degli Uomini”), l’Oratorio, Cemeterio, Atrio degli Uomini ed Atrio delle Donne, Coro d’Inverno e Sagrestia; la creazione di una nuova e più ampia “Piazza publica” posta vicino agli ingressi alla “Abbaziale Collegiata e Parrocchiale chiesa di S. Cesidio”; la realizzazione del sistema dei “sporti” rinascimentali all’interno della nuova linea muraria di cui rimane traccia in Via dei Portici; l’edificazione dei nuovi palazzi dell’aristocrazia locale (palazzi dei Feboni, De Blasis, De Gasperis ed Apone) in stile tardo-gotico e cinquecentesco di cui rimane una vivida descrizione del palazzo della famiglia De Gasperis nella visita a Trasacco del 28 Luglio 1843 del viaggiatore ed artista inglese Edwar Lear.
Dopo il prosciugamento del Fucino della seconda metà dell’ottocento l’abitato si sviluppò sul pendio verso l’alveo fucense e verso il vecchio fosso di scolo delle acque della Vallelonga ad ovest, con fasi di espansioni successive ben individuabili, mentre sul limite dell’ antica circonfucense nascevano organizzati e ben delimitati isolati di “stalle” e magazzini agricoli.
Con il terremoto del 1915 gran parte del patrimonio architettonico, storico e sociale della comunità umana di Trasacco e della Marsica intera andò perduto inesorabilmente sotto le macerie e solo recentemente si stanno creando le premesse per un recupero del centro storico e dei suoi monumenti emergenti.

(Testi tratti dal libro ” Guida Turistica di Trasacco”)
(Testi a cura del Prof. Giuseppe Grossi)

Storie e Cultura
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