A S. E. Mons. Pio M. Bagnoli che scende da Candelecchia
Tu ripieno del Ciel tutti innamori di Trasacco i fedeli, o dolce Pio. Della Gran Madre nostra e del buon Dio nel Santuario sollevasti i cuori. Di maggio nel mattino, sugli albori l’alme trovasti accese dal desio: era di prece il sentimento pio, che i cuori infiamma di celesti ardori. Oh!, com’eri commosso, o amato Padre, quando tra il verde di quel sacro colle sfilar vedesti le divote squadre ! Di grazie fonte colò su dal cielo come rugiada sovra ardenti zolle in ogni core e nello spirto anelo. Anno 1922 Don Giuseppe Cuciz Abate di Trasacco
Alla Vergine SS. di Candelecchia Su di una amena, ricettiva china d’ermo, selvoso monte, al culto della Vergine Divina una vaga chiesetta erge la fronte e par, dall’alto, miri il suo beato, l’avventurata sede ove riposa la preziosa spoglia di un pio levita, austero, intemerato propugnator della Cristiana Fede vittima del suo santo apostolato. « 0 Vergine, o Signora, o Tuttasanta » del mar propizia stella del ciel felice porta alma Madre di Dio ultraterrena nostra avvocata, d’ogni grazia piena La tua divina immagine, o Maria, rifulge in ogni loco: o che tu sia entro un dimesso, trasandato ostello in remoti sentieri, o in erma altura, o di gran tempio entro le aurate volte su venerato altar, fra belle mura echeggianti di laudi a Te rivolte ovunque sia, Tu sempre mostri le eccelsi doti del tuo core: diffondi ovunque i Tuoi celesti doni giammai vien meno il tuo materno amore. Or da codesta amata riposante, pacifica pendice oasi prediletta di pratiche divote e onesti svaghi, rivolgi a noi benigna il tuo bel viso Vergine Immacolata dei miseri mortali ausiliatrice; un sol Tuo sguardo basta, un sol sorriso a dissipar d’ogni malor gli affanni, ad acquietare ogni anima turbata. Nell’amaro cammin di nostro vita, in questa valle lacrimosa erranti, in Te speriamo, o Vergine Maria, in Te, bontà infinita; devotamente proni a Te davanti, noi T’imploriam, proteggi i figli Tuoi, Madre clemente e pia; in bene oprar sii sempre nostra scorta, rafferma in cor la Fede ai titubanti e fa che il peccator, dei falli suoi contrito, torni sulla retta via. Dott. Giuseppe Petrei
Al colle di Candelecchia Muto l’umano accento l’angelico sol vale per cantare l’ultimo e primo amore. Perla della mia terra salve! piena di pace, Candelecchia di Dio dimora e della Madre Sua. Tra le colline intorno tu sola fosti scelta per esser benedetta come l’acqua che sgorga dal tuo seno. Colle divino fonte di beni eterni dei peccatori ostello nella vita sii tu continua meta e ci introduca il tuo pensiero al Cielo. (Dalla raccolta di liriche: ” Scintille “, 1965). Sul Santo Loco Da Pescara 1950 Ai fratelli di Trasacco che si raccolgono nel Santuario della Madonna di Candelecchia ogni anno dal 5 all’8 maggio. E’ con voi il mio cuor sul Loco Santo e in questi santi giorni, la mia mente i vostri passi accompagna nel canto odiato dal serpente. L’anima mia, le preghiere sente, perchè con voi è raccolta in letizia ai piedi della Madre Onnipotente, la quale offre amicizia. Chi non l’accoglie per stolta pigrizia, non potrà mai conoscer la bellezza del creato, ch’è sempre sodalizia con la sua dolcezza. Di Maria godete la carezza; Ella vi guarda con occhio amoroso e vi stringe con soave tenerezza al suo cuore pietoso. Cosa può rendere l’uomo più gioioso se ha con se l’amor della Madre di Cristo ? Nulla, fratelli, sarà più prezioso del sommo e grande acquisto. La processione da lontano assisto chè illuminata dal falò di Dio, e a sì sublimità si sente misto il povero cuor mio. Madre Santissima, fà che pure io possa acquistare il Tuo santo amore e dei peccati miei pagare il fio col più grande dolore. Domenico Buffoni (Dalla raccolta di liriche: ” Fiori della terra mia 1970) Piante Millenarie Cristiano ? Aggettivo difficile Querce care al mio cuore per ricordi divini! Quattro creature eravate; bisognavano quattro ingegneri per bene misurare i vostri rami, ma io semplice uomo osservatore ricordo ch’eravate maestose E’ utopia? Tradizionalismo? ed occorrevano tre robusti uomini, allacciati con il mignolo di loro larghe mani, per cingere iI corpo d’ognuna di voi che chissà quant’anni di ghianda contava. « Riposo dei Cristi ». Nobile appellativo concepito dalla FEDE d’ascendere il monte a noi sacro dove vive la Casa di Maria di Candelecchia. Oh querce, voi simboliche eravate e per me rimarrete visione dolcissima e presenti al mio cervello. 1 vostri millenni di vita, dando benefica ombra all’uomo sazio di lavoro, fu cancellata con colpi di scure da un uomo prior d’Abazia, perchè profano di vostre foglie pur essendo lui poeta. Alle fiamme fu data l’ombra beata, ma quel calore non fu mai gradito neanche dai porci da voi ingrassati. L’oro ricavato da quelle rudi braccia millenarie protese verso il cielo, non cambiò nulla all’esistenza della Santa Chiesa, la quale vive solo perchè la vuole Cristo. Quelle querce dovevano vivere a gloria di Maria Santissima. Ma la Madonna di Candelecchia a noi cara, pianse, pianse di tale egoismo! Chi pensa solo a sé, tradisce carità. E’ bene vivere rassegnato, affinché il sole ci sia sempre uguale. Domenico Buffoni (Dalla raccolta di liriche: ” Fiori della terra mia ” 1970) |