Origine del nome

Il nome ” Candelecchia ” può aver avuto origine da tanti motivi che si intrecciano con la tradizione popolare, con la fonte innanzi accennata, con il bosco ad alto fusto e con le necessità temporali della popolazione.

La Tradizione

Essa ci ha tramandato che in un tempo molto lontano un boscaiolo nel tagliare legna notò una grotta da cui usciva una luce straordinaria. Si avvicinò, entrò e trovò il quadro della Madonna con delle candele accese. La notizia si sparse in un baleno nel circondario e siccome nessuno era stato a depositare in quel luogo il quadro, il rinvenimento fu considerato come espressa volontà della Madre di Dio di voler essere onorata in quel luogo. Dalle candele accese, il futuro oratorio e il luogo prese nome: « Madonna di Candelecchia ».
“Da notare che in dialetto i mozziconi di candele sono detti cannelicchi”.

La Fonte

La seconda ipotesi fa risalire la denominazione alla sorgente d’acqua vicina al sacro luogo. Un piccolo romitorio con annessa chiesetta dedicata alla Madonna doveva già esistere sopra la fonte. Caduto in oblio il fondatore eremita, è rimasto il binomio: Madonna – Acqua, da cui Madonna di Candelecchia, cioè Madonna dell’acqua candida (dal latino: candida aqua).
Se questa ipotesi è più vicina al vero, siamo riportati molto, ma molto più indietro nel tempo da quello che i primi documenti scritti ce ne parlano. Infatti i nomi che finiscono in: ecchio, acco, icchio, igia quasi tutti riferentisi all’acqua, sono di origine indub biamente latina. Basta pensare al nome ” Trasacco ” da latino Trans Aquas = Al di là delle acque.

In questo caso la devozione alla Madonna con il relativo romitoio e Oratorio rimonterebbe ai primi secoli cristiani e forse quella piccola cappella dovette essere uno dei primi santuari mariani del circondario. E’ interessante notare come, secondo la tradizione, la leggenda e i documenti scritti, i Santi Cesidio e Rufino dedicarono alla Madonna sotto il titolo della Immacolata Concezione il primo nucleo della Basilica di Trasacco sorta sulle rovine dell’anfiteatro romano. Oggi nella piana sottostante non ci sono abitazioni, ma nei lontani tempi per essa passava obbligatoriamente una diramazione della strada consolare Tiburtina-Valeria che raggiungeva i vari centri della Valle Transaquana (1).

Secondo l’uso antico i servi della cleba avevano sul proprio terreno casa e sepoltura; dai lavori dei campi infatti vengono fuori testimonianze di stazioni preromane e romane. Poco distante da Candelecchia fu identificata una necropoli preromana di cui parla Loreto Orlandi nella sua opera: « I marsi e l’origine di Avezzano », pag. 229; in località Collicino, immediatamente sotto il Santuario furono rinvenute le due epigrafi della famiglia TORINIA (2). Potrebbe darsi che nel passaggio dal paganesimo al cristianesimo i cristiani abbiano voluto erigere in questo posto una edicola alla Madre di Dio. L’altitudine e il luogo solitario non devono ingannare; ci sono tanti altri luoghi simili e ad altitudini superiori nel territorio di Trasacco dedicati alla Madonna, come quello detto la Mària, luoghi che affondano le radici nel paganesimo.

Corre il dubbio che al tempo della costruzione della prima edicola, la sorgente d’acqua minerale fosse più vicina al Santuario, se non proprio nelle adiacenze.
Infatti, secondo il parere degli esperti e per tramandata voce degli antenati, la falda acquifera da cui deriva la sorgente è in senso NORD-EST – SUD OVEST, di modo che proseguendo a salire veniamo a toccare il Santuario.
E’ sintomatico il fatto che nel periodo da novembre a fine maggio, quando la falda acquifera è sovrabbondante, fuoriesce acqua a pochi metri dal Santuario, ad una altezza fortemente superiore dall’attuale fonte.

Il Bosco

La terza ipotesi si rifà ai documenti storici che ci riportano ai secoli XI-XII allorquando i Conti dei Marsi, abitanti in Trasacco, nella Torre, donarono tutto il sacro colle al Capitolo di S. Cesidio. Nelle varie e ripetute donazioni (la prima del 1098 fatta da Berardo e la Contessa Gemma; la seconda del 1120 fatta dal Conte Crescenzo; la terza del 1198 fatta da Pietro I di Celano) si parla di CANDELAE che indicano alberi di alto fusto. Anche oggi nel linguaggio dei muratori per candele si intendono lunghe travi. Di modo che, in questo contesto, la denominazione: « Madonna di Candelecchia » verrebbe a significare: Madonna del bosco ad alto fusto. L’origine del nome acquisterebbe, in tal caso, una spiegazione più realistica, ma non spiegherebbe la finale della parola che certamente, come in nomi simili, si riferisce all’acqua.

Sentimento Religioso

La quarta ipotesi è un po’ sentimentale, ma con fondamento ugualmente valido. Tutti sanno quanto i contadini desiderano l’acqua nei mesi di aprile maggio; è noto il proverbio: « l’acqua di aprile, ogni goccia un barile ». il contadino cristiano chiede l’acqua dal cielo; quando è angustiato dalla siccità, prega, si raccomanda ai Santi, implora l’intercessione della Madonna. Ebbene la Madonna di Candelecchia non ha mai deluso il Trasaccano.

Forse anche per questo la Madre di Dio venerata lassù in montagna è chiamata: « La Madonna dell’acqua », e nel periodo di siccità l’acqua è sempre bella, buona, candida; candida acqua Candelecchia. Tutte queste ipotesi, con riferimenti alla storia antica, a quella medioevale, a motivi locali, a substrati sentimentali o religiosi possono avere ed hanno senz’altro la loro parte di buono e di vero. Ci piace esporre un ‘altra ipotesi suggerita dal retto senso etimologico della parola « CANDELECCHIA », e che costituisce come un riepilogo delle ipotesi esposte. Effettivamente ci sarà stato il rinvenimento del quadro miracoloso, entro una grotta da cui usciva acqua e con delle candele accese.

Il nome coniato veniva ad indicare: Madonna della luce e dell’acqua = Candelecchia. Gli elementi materiali molto bene si inseriscono nella dottrina mariana. Senza acqua e senza luce non c’è vita fìsica; senza l’acqua della Grazia e senza la illuminazione divina non c’è vita soprannaturale. Per mezzo di Maria è venuto a noi Gesù; Maria è Madre di Dio e Madre nostra; il concetto è sublime.

Note
(1) Cfr. « Trasacco prima di Roma », pag. 62.

(2) Non senza motivo nelle vicinanze esiste una località chiamata: Colle Torosio.

(Testi tratti dal libro “Trasacco e Candelecchia”)
(Testi a cura di Don Evaristo Evangelini)

Storie e Cultura
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