Nella già poco felice storia della nostra chiesa non potevano mancare pagine autenticamente nere questa che segue ne è la prima e fu scritta alla fine del 1600. Due trasaecani, Giovan Pietro e Domenico Saccoccia, dopo aver ucciso uno sbirro nei pressi di Tagliacozzo, si rifugiano nei locali adiacenti la chiesa del Soccorso da dove nottetempo escono per aiutare le proprie famiglie nella mietitura del grano. Ma i soldati della tenenza di Tagliacozzo si mettono alla loro ricerca e li prendono.
Vengono processati e spediti alle carceri dell’Aquila. A questo punto esce fuori una presunta rivendicazione. I trasaccani (clero, massari e familiari dei carcerati) sostenendo che i due erano stati presi in chiesa e che quindi le forze dell’ordine avevano votato il diritto della immunità ecclesiastica, ricorrono al Vescovo perché scomunicasse i violatori. La tenenza di Tagliacozzo reagisce sostenendo che i due assassini erano stati presi in aperta campagna. Come al solito si instaura un processo al quale sono chiamati a testimoniare varie persone. La moglie di Domenico naturalmente depone che etano stati presi in chiesa e portati fuori con violenza; tra l’altro in chiesa aveva rinvenuta dei panni e una accettola appartenenti ai carcerati.
Viene chiamato a deporre l’eremita il quale afferma: “Io Leonardo Calabrese di Civitella sono due anni che faccio l’eremita nella chiesa di Santa Maria del Soccorso. Durante il giorno mi dedico ai lavori di campagna. E’ da parecchio tempo che i due incriminati si sano rifugiati in questa chiesa del Soccorso.
Quando sono venuti gli sbirri io mi trovam a coltivare una vigna di detta chiesa lontana un tiro di schicppetta. Ho notato gli sbirri ritornare verso Tagliacozzo, ma non ho visto con loro gli incriminati. questo so e depongo”. Il trucco escogitato dai trasaccani non andò a buon fine. Durante il processo i due deposero la verità:erano stati effettivamente presi in piena campagna e precisamente sotto i Collicilli dove di buon mattino erano andati a ricecciare il grano. (Archivio diocesano; Trasacco, Seaione:Civilia).
Non sappiamo per quanto tempo i due rimasero nelle carceri, di fatto che tornarono a Trasacco ed ivi conclusero la loro esistenza. Abbiamo rintracciato nel Liber Nortuorum (1689″1761) la fede delle loro morti:
1 Luglio 1726 Giovanni Pietro Sacceccia ovvero De Paulis, di anni 55 circa,dame (Abbate Don Cesidio Diego Antonio Petrei) confessato, ristorato del Santissimo Viatico dal Bev. Don Casimiro Oddi, quindi corroborato da me con l’unzione del Sacro Olio, rese la sua anima a Dio in casa patria e in Comunione della Santa Madre Chiesa. Il suo corpo fu sepolto il giorno dopo in questa Gollegiale chiesa).
(Testi tratti dal libro “Trasacco e la Chiesa del soccorso”)
(Testi a cura di Don Evaristo Evangelini)
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