Uno o Tre Rufino?

E’ questo il problema ultimo e definitivo della “questione rufiniana” da doversi risolvere definitivamente. Chi ci ha seguito con una certa attenzione avrà capito la nostra convinzione.
Tutti gli scrittori menzionati nel corso della presente ricerca hanno prospettato il problema sia direttamente che indirettamente.
E’ chiaro che essendoci degli Atti due versioni differenti, l’una che pone il martirio di S. Rufino in Assisi e l’altra che lo pone in Rieti, chi segue l’una delle due ha gia fatto una scelta.
Infatti chi accetta la seconda versione ammette di conseguenza la diversita dei Rufino narrandosi in essa che Cesidio riporto il corpo del padre a Trasacco. Anche in questo aspetto Si differenziano gli Atti di Pistoia i quali lasciano morire il Santo di morte naturale per giustificare la tradizione pistoiese di avere il Corpo di S. Rufino, semplicemente confessore, sepolto nella loro Cattedrale.

Sostengono l’identita del Rufino di Trasacco con quello di Assisi:
1) Il Febonio, nella prima Vita in italiano, a pag. 36 e 38:

“Giunto finalmente Rufino nella città di Assisi nell’Umbria e perché all’hora la persecuzione della chiesa non era universale si poteva dai fedeli da un loco andare all’altro… E difendendosi intrepidamente il Santo con palesare il nome di Cristo, (Aspasio) pronunzio al fine contro esso la sentenza capitale, giudicandolo reo di morte. E gli fu riposto un macigno al collo, e fatto precipitare in un fiume; e cosi fu eseguito e nel piu profondo delle acque rese felicemente 1’anima a Dio il giorno 11 agosto”.

2) Lo stesso nella seconda Vita in italiano, a pag. 54:

“Pria di lasciare la città (dei Marsi) adorarono i piedi del Sommo Pontefice Fabiano, la cui provvida vigilanza, non dormiva in stabilire la Chiesa, e giudicando la Provincia dell’Umbria bisognosa dell’opera di Rufino, lo destino a quella legato della Santa Sede e rassattato pria il stato della Chiesa dei Marsi, e rassegnatala al figlio Cesidio, la cura, prese il camino per la Provincia decretatagli, e pervenuto alla città di Assisi, trovo che la fierezza di Aspasio Preconsole non cessava dalle crudelta…”.

3) L’Ughelli che nell’op. cit. col. 886, cosi ragiona:

“Ritengo per derto che fosse pertanto un solo Rufino che sia i Marsi che gli Assisinati illuminasse col Vangelo e fosse a capo come Vescovo ai due popoli. Tuttavia i Monumenti manoscritti delle due chiese sembrano differenziarsi nel genere e nel luogo di morte, ma nel resto concordano. S. Pier Damiani, non troppo esperto di quei tempi, nel suo sermone, pare di aver sostenuto due Rufini, narrando che la sua morte avvenne il 30 di luglio e affermando che nello stesso giorno si soleva celebrare la sua festa.
Per la qual cosa il Martirologio Romano, basato sull’autorita di Pier Damiani, in questo giorno riporta S. Rufino come vescovo di Assisi e nell’1 di agosto l’altro Rufino vescovo dei Marsi, mentre al contrario risulta che gli Atti dei due Rufini sono o molto simili o identici e che sia presso i Marsi che presso Assisi all’1 di Agosto si celebra la festa di S. Rufino con le stesse lezioni e con lo stesso Officio dove viene narrato che l’identico Rufino fosse a capo con dignita di Vescovo prima dei Marsi e poi degli Assisinati”.

4) Il Corsignani

Questo scrittore marsicano, nell’aspetto che stiamo trattando della “questione rufiniana”, lo troviamo ambiguo.
Nella Regia Marsicana prende una posizione, in De Viris Illustribus ne prende un’altra. Per il momento riportiamo il suo primo convincimento cosi sunteggiato dal Di Costanzo op. cit. pagg. 42-43: “Monsig. Pierantonio Corsignani si attenne alle medesime tradizioni, e scrisse anch’esso, che S. Rufino de Marsi passo di la in Assisi, e quivi soffri il martirio.
Veggasi la sua Regia Marsicana (T. II. l. 4. c. 2) dove tesse la storia de SS. Rufino e Cesidio secondo gli Atti piu concordi delle due chiese, e prefigge al capo II del Libro IV il seguente titolo, che da se solo basta ad accertarci del suo suffraggio: DE SS. RUFINO, E CESIDIO VESCOVI DE MARSI MARTIRIZZATI NE MARSI, E IN ASISI.
E sua poi particolare opinione, che S. Cesidio fosse coadiutore del padre Rufino, e che alla di lui partenza per Assisi gli succedesse nel vescovado. Adotta anch’esso, come gia fece il Febonio, l’invenzione miracolosa, e traslazione del corpo di S. Rufino in Assisi, secondo le due spesso citate relazioni della chiesa medesima, con che viene a confessare al pari di Febonio l’esistenza del corpo di S. Rufino in Assisi, circa la quale non muove il minimo dubio, ne fa cenno alcuno della pretenzione che aver potesse la chiesa di Trasacco sul possesso del sacro corpo”.

5) L’Angelini

Nella sua op. cit. a pag. 23 si legge: “E perche non rimanesse di lui pur memoria, e della sua propria crudelta potesse occultare ogni traccia, volle che menato il santo Vescovo alquanto da lungi alla città, e legatogli al collo con fune una grossa pietra, fosse gittato a sommergersi nelle acque del vicino fiume, che Clasio anticamente, poscia Chiagio e Chiasso si disse. Per tal modo il valoroso ed invitto sacerdote di Cristo, aggiungendo alla gloria dell’apostolato 1’aureola del martirio, ne ando a Dio…”.

6) Il Di Costanzo

Nella sua opera molte volte citata non affronta direttamente la questione, ma la tiene presente ogni volta che deve rintuzzare chi non la pensa come lui.
La sua tesi di fondo e quella di un Rufino unico con la priorità degli Atti di Assisi su quelli di Trasacco.
Di conseguenza possiamo riportare passi presi qua e la. Alle pagg. 3-4 dice. “…Non e dunque ragionevole 1’opposizione tratta dal silenzio di S. Pier Damiani, di cui si servono alcuni recenti scrittori, per prova che il S. Rufino damianense non fosse un Vescovo, e quindi dedurre essere un santo diverso e distinto dal Rufino Vescovo dei Marsi rammentato dal Martirologio Romano il 11 di Agosto”. E a pag. 26: “…Non giova eludere la forza di tal prova l’addurre la falsita degli Atti, poiché la prova non si appoggia su l’autenticità di essi, che neppur noi ammettiamo, ma su d’un argomento esterno della credenza della Chiesa asisinate del X o XI secolo, la quale alla scoperta de quegli Atti vi riconobbe il suo martire S. Rufino, lorche fatto non avrebbe, se non 1’avesse gia tenuto per Vescovo”.

Vediamo ora quale e la convinzione degli scrittori che sostengono una diversità tra il Rufino di Assisi e quello di Trasacco:

1) S. Pier Damiani

Sebbene scrivesse dopo il ritrovamento della storia di Rufino (quella dettata da Giorgio a Maurino) dove il martire e presentato come Vescovo e la sua morte e fissata al 10 di Agosto (mense augusto, die decima), tuttavia egli si mantiene con 1’antica tradizione assisinate che venerava Rufino solo martire e morto il 30 di luglio (tertio Kalendas augusti). Del resto non se la sentiva di attizzare contro di se la reazione del popolo come si era verificato prima contro il Vescovo Ugo.

2) Il Baronio

Fu il primo ad affrontare il problema, come detto, scrivendo il Martirologio Romano. In precedenza non si faceva menzione di alcun Rufino; dovendolo inserire per la prima volta dietro pressione del padre, si ritrovava con la tradizione di Trasacco e con quella di Assisi come dal Sermone di S. Pier Damiani. Parlandosi in questo di qn Rufino solo Martire e non Vescovo, era logico distinguerlo dal Rufino di Trasacco che e Vescovo e Martire. Alla sua mente acuta non sfuggiva che il Rufino di Trasacco era stato accomodato per le chiese di Assisi e di Pistoia.

3) Il De Gasperis

Da lui si sa che il manoscritto letto dal Baronio, con la morte di Rufino in Rieti, esisteva ancora ai suoi tempi. Infatti a pag. 12 del Protocollo afferma: “…e tutto cio legesi nella vita manu scritta longobarda gotica poenes Archivium huiusmet Collegiatae Ecclesiae…”. Segui dunque la posizione del Baronio e quindi la diversita dei Rufino. Naturalmente la stessa linea segue il Mezzadri che scrive la vita dei SS. Martiri dietro i Documenti passati dal De Gasperis.

4) Il Corsignani

Abbiamo visto come nella difesa degli Atti dei Martiri di Celano si mantiene sulla posizione del Febonio e dell’Ughelli. Pero nel De Viris Illustribus, opera anteriore, e di opinione diversa anche se si esprime con la solita confusione. Leggiamo a pag. 86: “…Stimo pertanto accennare che la Vita degli stessi SS. Martiri scrisse in lingua italia M. Febonio Abate di Trasacco, da correggere pero in questo: che il predetto Rufino non fu decapitato fuori le mura di Assisi alla presenza di Massimino Imperatore, ma con una mole pesante fu immerso nelle acque a Rieti, come attesta 1’Ughelli nel detto Tomo I, col. 957, come dicevamo…”. Sulla diversita dei tre Rufino si esprimono il Di Pietro in Agglomerazioni, pag. 238 – Lo stesso nel Catalogo dei Vescovi della Marsica nella pagg. 9 e 16 e il Blasetti, op. cit. pag. 53, nota.
Esprimiamo ora il nostro parere. Siamo con gli scrittori che credono nella diversita del Rufino di Trasacco da quelli di Assisi e di Pistoia.
Ci convincono non solo 1e ragioni fin qui esposte, ma un indizio insito negli stessi Atti di Trasacco, seconda redazione.
Vi si legge che non in Assisi, ma a Rieti subi il martirio Rufino con Silone ed Alessandro (parag. 27). Chi e addentro alla lettura dei Documenti antichi si rende conto della somiglianza scritturale di molte lettere.
E possibile che i trascrittori medioevali dei nostri Atti originali abbiano letto e scritto REATINA per RESTINA nello stesso modo che lessero AMASIS per A-MARSIA; e come questa correzione ha fugato molti punti oscuri, cosi la correzione che vorremmo proporre ne fughera degli altri.
Esiste “foras muros” di S. Benedetto dei Marsi, l’antica Marruvio, teatro delle gesta di Rufino, una contrada chiamata fin dall’antichita ARESTINA, oggi LA RESTINA (cfr. Di Pietro, Agglomerazioni, pag. 21).

I due nomi sono molto assonanti. Qui probabilmente Rufino, Silone ed Alessandro subirono il martirio. E significativo che presto sul posto sorse una chiesa dedicata a S. Eutichio, nome che corrisponde ad uno dei Compagni di S. Cesidio.
Di piu, nello stesso territorio, in località detta anticamente RATINO, esisteva una chiesa dedicata a S. Rufino, appartenente al monastero di Farfa e da questo concessa per 30 anni al monaco Benedetto, priore di S. Martino, in territorio di Trasacco, secondo il Breve Recordationis citato dal Di Costanzo in Disamina, pag. 91.
Il Documento e del 1113. Di tale chiesa e località si parla pure nel Cronicon di Farfa dove si legge: “In RATINO ecclesiam Sancti Ruphini cum pertinentiis tenet filius Spose…”.
Ci troviamo intorno al Mille e considerata la cultura di quei tempi e la mania di favoleggiare, niente di più facile che dalla scrittura ARESTINA o RATINO si sia passato a leggere e scrivere REATINA.
A rafforzare la convinzione della diversità dei tre Rufino sta l’ininterrotta credenza delle tre chiese di possederne il Corpo. Allora se tre sono i Corpi, e logica la diversità delle persone.

Per quanto riguarda la tradizione trasaccana, innumerevoli sono le testimonianze. Riportiamo le piu significative:
1) La piu antica sono gli Stessi Atti di Trasacco i quali in tutte e due le redazioni raccontano come Cesidio e Compagni, riportarono il Corpo di Rufino a Trasacco ed ivi lo seppellirono (cfr. Redazione prima, parag. 28 Redazione seconda parag. 43).
2) Una Lettera collettiva datata 21 ottobre 1472 di ben dodici Cardinali che concedono cento giorni di indulgenza a chi visitera la chiesa di Trasacco in determinati giorni. Vi si legge: “…Desiderando dunque che la Collegiata e Parrocchiale chiesa di S. Cesidio di Trasacco della Diocesi dei Marsi nella quale riposano i Corpi dello stesso Martire, di S. Rufino suo padre e di molti Santi…”. E chiaro che il contenuto di questa lettera collettiva riporta una tradizione molto piu antica.
3) La tradizione orale e scritta che entra nella preghiera ufficiale’. La ritroviamo nella Orazione dei vespri del piu antico Officio che si conosca, quello della Biblioteca Vaticana segnato con n’ XI, 133. Dice cosi: “Clementissimo Dio, concedici di celebrare la degna festivith, di S. Rufino tuo Martire e Vescovo e dei suoi Compagni affinche come ci accostiamo con divine lodi ai loro santissimi Corpi, cosi per loro preghiere misericordialmente siamo liberati da tutti i mali imminenti”.
4) Il busto di rame indorato. Si osserva nell’altare delle Reliquie; fu realizzato a Sulmona nel 1562 e contiene le Ossa di S. Rufino.

Il problema della presenza del Corpo del Santo Vescovo a Trasacco doveva essere abbastanza discusso nella seconda meta del 1700 se il Padre Gaetano Lucchesi dei Conventuali di Tagliacozzo, per conto del Sacro Convento di S. Francesco di Assisi, ne chiede attestato autentico all’Abate De Gasperis il quale, fatte esaminare le Ossa da due medici, ne fa scxivere il seguente Attestato di ricognizione: “Attestiamo noi sottoscritti Paolo Ferrante di Cocullo commorante in Pescina, Pubblico Regio Notaio, il Dottor Fisico Ercole di Luco e Lorenzo Buccimazzo di Rocca di Mezzo chirurgo condottato in detta terra di Trasacco, a chiunque il presente nostro Attestato spetterà vedere o sarà in qualunque modo presentato, come oggi giorno predetto, nel Coro dell’istessa Veneranda Chiesa Collegiata, dal Rev. Signor Don Bartolomeo De Gasperis Abate della medesima, conservatore di tutte le Reliquie che in quello esistono, con l’intervento dei Rev. Canonici di detta Collegiata: D. Giuseppe Marinetti e D. Cesidio De Paulis, del Rev. sacerdote D. Pasquale Ciofani e del suddiacono D. Silvestro Oddi, ci si e esibito e con somma venerazione presentato un Reliquiario di Rame indorato che vien sostenuto da una statua di rame indorato con 1’iscrizione seguente al di fuori: “CASARELLO CAROZZO E PIETRO ALOISI J DE SULMONA FECIT 1562 = OSSA S. RUPHINI EPISCOPI ET MARTIRIS accio da noi Dottor Fisico e chirurgo avessimo fatta osservazione al di fuori della parte anteriore del Cristallo che ivi esiste delle Sacre Ossa che al di dietro conservansi le quali ben distinguendosi individualmente da detto tersissimo Cristallo, abbiamo veduto che consiste in un Osso dell’Omero, però non intero, ma solamente vi sta la parte superiore che connette alla Scapula Varie Coste un dente molare intero di sangue intinto alcune Vertebra alcune Ossa del Carpio ed altre Ossa che non possono ben anatomizzarsi.

Qual osservazione seguita, esso Sacro Reliquiario ben sugellato e autenticato, e stato riposto coll’istessa venerazione nel Sacro Ostensorio e cosi attestiamo secondo la nostra cognizione anatomica. Onde in testimonio della verità abbiamo fatto il seguente Attestato scritto e sottoscritto rispettivamente di nostre proprie mani signato.
Il di e anno come sopra”. Seguono le firme dei medici, dell’Abate ecc…
(Testi tratti dal libro “Rufino e Cesidio”)
(Testi a cura di Don Evaristo Evangelini)

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